Il colore greige di Giorgio Armani, elegante e intramontabile

Il colore greige di Giorgio Armani, elegante e intramontabile

Alla scoperta del colore greige di Giorgio Armani e dell’eleganza contemporanea

“Cercavo una tonalità che fosse calda ma allo stesso tempo metropolitana, sobria ma non scontata. E il greige è tutto questo per me: discreto, sofisticato e naturale. Amo i colori naturali, danno un profondo senso di tranquillità e serenità, e sono una base sulla quale si può costruire qualsiasi cosa” – ha dichiarato Giorgio Armani e aggiunge – “Ti permettono di connettere altri colori fra loro, rendono possibile un legame tra tonalità lontane. Il greige è come un colore di sfondo. Qualcosa che rimane, sopra il quale puoi immaginare abbinamenti di volta in volta diversi.”

Tra queste parole di Re Giorgio per Vogue scopriamo la poetica di questo colore che ha elegantemente accompagnato la Casa di Moda italiana sin dalla sua nascita. Più di una volta ha preso vita nei look monocromatici, esaltati da una forte componente materica: la modellistica puntuale, il taglio impeccabile e la scelta di tessuti di qualità come la morbida lana, la leggerissima seta, spesso proposta nella versione lavata, e il cotone per sottolineare il concetto no-seasonal

È infatti il concetto di “tempo” che Giorgio Armani ha sempre combattuto: la sua creatività è contro fatuità e fugacità, proponendo capi e accessori eleganti ma comfortable, sempre adatti alla donna e all’uomo moderni. Una rivoluzione che ha il seme nella giacca destrutturata (non si trattava solo di far indossare una giacca da uomo a una donna, ma della scoperta di una sensibilità comune) e che prende colore proprio con il greige

In questa logica, sempre coerente alla propria idea di moda, lo stilista ha sempre riproposto questa nuance: delicatamente potente nella monocromia, dolce compagna per le sfumature di collezione. Discreto ed elegante, il colore greige è semplicemente intramontabile. E, naturalmente, in stile Armani.

Foto in copertina: Giorgio Armani ADV Primavera Estate 1994 – ph. Peter Lindbergh

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