Quali sono le startup italiane che puntano sulla realtà aumentata

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(Foto: Microsoft)

Si dice che sia la big thing del 2017, il nuovo grande affare nel mondo della comunicazione. È la realtà aumentata la nuova frontiera che, accanto alla realtà virtuale, promette di cambiare il modo di fare comunicazione, impresa, cultura, istruzione. La realtà aumentata (augmented reality in inglese, o anche realtà mediata dall’elaboratore) è qualcosa di complementare e opposto alla realtà virtuale. È qualcosa che arricchisce la nostra percezione sensoriale con una serie di informazioni, che ci arrivano tramite dei dispositivi elettronici, che non sarebbero percepibili attraverso i nostri cinque sensi. In pratica si tratta di una serie di contenuti che oggi ci possono arrivare dai nostri smartphone e tablet (o da pc con webcam o da appositi occhiali), in prossimità di una serie di oggetti – pagine di un libro, quadri, monumenti, macchinari – in grado di dirci molto di più su quello che stiamo osservando.

È come se una serie di oggetti inanimati prendessero vita e potessero parlarci.

Ma non entriamo in un ambiente totalmente nuovo e alieno come nella realtà virtuale. Siamo sempre di fronte al mondo che stiamo osservando con i nostri occhi. Ma lo vediamo meglio. Perché ne sappiamo qualcosa in più.

Sono molte le startup italiane che puntano su questa tecnologia per creare un modo nuovo di vedere le cose. ARM 23, realtà con sede a New York e Milano, ha deciso di applicare la realtà aumentata alla visita dei musei. La loro tecnologia, Project ARM (che sta per Augmented Reality Museum) consente ai visitatori dei musei un’esperienza nuova: scegliendo un’opera d’arte e puntando lo smartphone verso di essa si possono ricevere tutte le informazioni necessarie, sotto forma di testo, audio e video, scegliere di seguire un proprio percorso all’interno della struttura e sfidare gli amici o gli altri visitatori in vari giochi di abilità.

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Project ARM di recente ha portato questa esperienza alla Pinacoteca degli Elefanti a Catania.

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MusA, la piattaforma di Tonic Minds, permette visite guidate innovative ai musei

Ha a che fare con la cultura, e anche con l’istruzione, l’idea di Tonic Minds, startup legata al Politecnico di Torino. Tonic Minds usa in modo creativo le tecniche di realtà aumentata e una propria tecnologia brevettata, ARRU (Augmented Reality for the Rest of Us). Un esempio è Pettegolezzi a corte, un gioco interattivo location based che trasforma il museo di Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino in un luogo di edutainment, con un approccio di storytelling digitale. Si può scegliere di volta in volta con chi interagire e, in questo modo, cambiare i dialoghi e la storia. La realtà aumentata permette ai concorrenti di conoscere informazioni che altrimenti non sarebbero percepibili. Per i musei Tonic Minds ha studiato anche la piattaforma Android MusA: una volta riconosciuta la nostra posizione nell’edificio, il sistema può darci una serie di informazioni in realtà aumentata, come video a 360 gradi, immagini in alta risoluzione, notizie e curiosità. Con un innovativo sistema di navigazione, poi, può anche consigliarci il percorso più breve per arrivare alla prossima tappa che ci interessa. La piattaforma è anche impostata per condividere sui social network le opere che abbiamo amato di più.

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Grazie alla realtà aumentata Ellybee permette ai libri di prendere vita

Anche Ellybee, startup che arriva dalla Sicilia, Catania, ha un debole per la cultura, quella dei libri, il media più antico del mondo che grazie alla realtà aumentata sta vivendo una nuova vita. Ellybee si occupa di libri per bambini. Il sistema è molto semplice: si punta il device sulle pagine dei libri e le figure, grazie alla RA, prendono vita. L’ape Elly diventa così una piccola maestrina d’inglese in grado di insegnare ai bambini parole o frasi in modo che le possano ripetere e imparare.

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Con Marko la realtà aumentata sostituisce i manuali d’uso

weAR, startup ferrarese partecipata dal fondo ClubItaliaInvestimenti 2, da Aruba Spa, da Boost4U (gruppo digital360.it) e supportata da Polihub, porta la realtà aumentata al servizio dell’industria. La loro idea di RA è quella di dare alle aziende la possibilità di fornire dei manuali d’uso in autonomia via mobile. Basta libretti da centinaia di pagine: grazie al loro sistema Marko si possono visualizzare una serie di informazioni virtuali su oggetti reali. La realtà aumentata è utilissima: grazie a Marko si possono visualizzare all’istante informazioni per la risoluzione immediata dei guasti e consultare rapidamente manuali che fino a poco tempo fa sarebbero stati solo cartacei. Ma l’idea è che queste siano solo alcune delle possibilità della realtà aumentata, una tecnologia che sembra avere delle applicazioni potenzialmente infinite.

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